venerdì 17 settembre 2010

La religione semplice

Il Cristianesimo è una religione semplice, che anche un bambino può capire, infatti, Gesù disse “lasciate che i bambini vengano a me perché di loro è il regno dei cieli” [1].

Gesù insegnò che amare Dio e gli altri è tutta la religione di cui c’è bisogno: “Gesù gli disse: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti" [2].

Molti anni dopo l’apostolo Giovanni insegnò che la natura di Dio è amore e che amare è la religione che Dio desidera: “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” [3].

Per alcuni, però, il cristianesimo non appare così semplice ma complesso, con centinaia di regole da osservare, cose da evitare, riti da seguire e tanto da imparare. Il teologo Svizzero, Emil Brunner, spiegò l’apparente complessità con queste parole: “Finché siamo sotto la Legge (Mosaica), non possiamo percepire l’unità nascosta di tutti i comandamenti. Fa parte del legalismo che la volontà di Dio ci appaia come una molteplicità di comandamenti. In realtà è solo uno, e indivisibile; Dio non vuole nient’altro che l’amore perché Lui stesso è Amore” [4].

Similmente Sant’Agostino d'Ippona disse “Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene”.

Tutto questo non è difficile da capire, ma molto semplice e racchiude in se la risposta a qualsiasi domanda che ne può derivare. Per esempio qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma se come dice Sant’Agostino, dobbiamo solo amare e possiamo fare ciò che vogliamo, potrebbe esserci qualcuno che se ne approfitta e ruba, o sfrutta i più deboli”. In questo caso è ovvio che quel “qualcuno” non fa parte di chi ama, perché l’amore non fa del male al prossimo, perciò la questione non è più una di fede, ma di ordinamento sociale e per questo esistono appropriati strumenti di controllo. Il credente che invece abbraccia questo semplice regola d’amore, non solo no si approfitterà dei deboli e non li deruberà, ma andrà oltre e cercherà lui stesso di aiutarli. In pratica l’amore è una disciplina superiore alle leggi dell’ordinamento sociale e va oltre, perché cerca attivamente il benessere altrui. Mentre la legge utilizza la paura come strumento di controllo “se rubi, vai in prigione”, l’amore, per chi l’ha scelto come disciplina di vita, genera non solo autocontrollo di fronte alla tentazione di rubare, ma anche il desiderio di dare a chi ha bisogno. Le stesse parole di Sant Agostino indicano che la libertà dell'amore non implica il libertinismo “ama e fa’ ciò che vuoi … sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene.” Questo è il cuore e la semplicità del cristianesimo.

Qualcuno dirà, “ma se è tutto così semplice, allora perché tutte queste divisioni nel cristianesimo? Perché così tante chiese, interpretazioni teologiche diverse e faide fra cristiani? Perché così tante discussioni sul battesimo, lo spirito santo, l’eucarestia, l’escatologia, ermeneutica, esegesi, soteriologia, ecc.? Fra così tante voci chi ha ragione, e di chi fidarsi per conoscere veramente cos’è il cristianesimo, la sua etica, insegnamento e scopo? Per rispondere a queste domande propongo il metodo di studio che ho accennato nell’introduzione. Si tratta di un approccio pratico e semplice.



1. Vangelo di Matteo 19; 14
2. Vangelo di Matteo 22; 37 a 40
3. Prima epistola di Giovanni 4; 7,8 e 16
4. Emil Brunner - da “Lettera ai Romani”