Ho studiato e insegnato la Bibbia per qualche decennio e mi ha sempre appassionato la storia, particolarmente quella del cristianesimo. Ho cercato di studiarla da più prospettive, e più studiavo, più mi rendevo conto di non sapere, di essere stato anch’io condizionato dal mio ambiente e cultura, e di essermi sbagliato su tante cose. Col tempo, la presunzione della mia giovinezza, quando pensavo di avere il diritto di mettere gli altri sulla retta via, si è un po’ affievolita e ho imparato a rispettare il cristianesimo altrui. Mentre prima categorizzavo gli altri credenti secondo criteri teologici, o la chiesa cui appartenevano, ho imparato negli anni che Gesù è assai più tollerante di me. Più volte l’ho visto aiutare, guarire, rispondere alle preghiere e manifestarsi miracolosamente nella vita di molti cristiani, che io non ritenevo nemmeno tali.
D’altra parte è anche vero che fra chi si dichiara cristiano, c’è chi non conosce quello in cui pensa di credere, pur essendo apparentemente religioso. Per alcuni, infatti, il cristianesimo non è che parte di un’eredità culturale, etnica o nazionale; qualcosa in cui si è nati e niente di più. Altri, invece, pur non ritenendosi religiosi, hanno percepito l’essenza del cristianesimo e l’hanno accolto. Poi v’è quell’altro numero crescente di persone che cercano risposte, ma guardano al cristianesimo con diffidenza. Intuiscono che v’è qualcosa di rilevante, ma sono trattenuti dall’avvicinarcisi per una serie di motivi. Primo fra questi, sta forse il lato oscuro della religione, la sua superbia, arroganza e intolleranza.
A scapito dei grandi luminari della fede e del loro notevole contributo al benessere umano, la storia ci racconta anche di uomini che, arrogandosi il privilegio di agire in nome di Dio, commisero brutalità inaudite. Fra i crimini di matrice religiosa, alcuni dei peggiori avvennero, infatti, fra cristiani che si accusavano l'un l'altro di eresia. L’appellativo “eretico”, usato e strausato in passato, è tuttora quello che si attribuisce con maggior facilità alla concorrenza, cioè il cristianesimo altrui. Ci si dimentica che Gesù fu accusato di eresia e sentenziato a morte per bestemmia, che l’Apostolo Paolo fu accusato di eresia, e che il giovane cristianesimo era un’odiata setta ebraica, ritenuta eretica. Il ciclo vizioso si ripete ancora oggi e gli entusiasti di un particolare marchio di cristianesimo additano spesso la concorrenza come eretica. Indubbiamente lo fanno in buona fede, convinti che sia per l’onore di Dio, l’integrità della sana dottrina e per proteggere chi potrebbe sviarsi nell’eresia.
Il cristianesimo appare quindi diviso e la polemica che scorre fra le varie fazioni, fa si che si diventi un po’ scettici su ognuno. D’altra parte un unico cristianesimo non sarebbe necessariamente la cosa migliore e tratteremo questo tema, se pur brevemente, in un’appendice separata. Da considerare, in ogni modo, è che nessun individuo vede Dio allo stesso modo. Ognuno di noi ha le proprie percezioni e non si ha mai l’assoluta certezza di tutto quello che la nostra religione comporta. Ovviamente qualche certezza c’è, salvo per chi potrebbe aver scelto una religione allo stesso modo in cui si acquista una polizza assicurativa, o un biglietto della lotteria – costa un pochino adesso ma si spera che protegga da guai futuri, o che porti perfino fortuna. Nella maggior parte dei casi, credo piuttosto che la scelta della fede cristiana non sia così incerta, ma sia fondata su qualcosa di concreto. Sono convinto che per molti ci sia stato un incontro, che Gesù si sia manifestato in qualche modo e si sia perciò certi di Lui. Per il resto, nella maggior parte dei casi, ci si affida poi alla tradizione ricevuta. Ci si rimette a quel tipo di cristianesimo che c’è più vicino, quello culturalmente più accessibile e che, per noi in Italia, includerebbe anche un bel po’ di Divina Commedia.
Neanche’ io ero, ne sono tuttora, esente dal percepire attraverso dei filtri culturali. E' stato solo tramite un prolungato confronto con persone e culture diverse che ho potuto allargare un po’ le mie prospettive. Non credo, in ogni modo, che in questa vita si possa mai arrivare alla perfezione, ma penso che si possa solo progredire gradualmente. Nel nostro cammino di fede non conta tanto a che punto siamo, ma la direzione in cui ci muoviamo. L’apostolo Paolo disse che quand’era bambino capiva e parlava da bambino, ma quando fu adulto, mise da parte le cose da bambino [1]. A mio avviso, questo mettere da parte le cose da bambino, denota un processo di avanzamento cruciale che non finisce mai. Se cerchiamo l’apprendimento e siamo disposti ad abbandonare concetti logori e obsoleti, allora ogni anno guarderemo indietro soddisfatti – seppure con un po’ d’imbarazzo per gli aspetti infantili che riconosceremo di avere superato.
Consapevole di questo, ringrazio Dio per avermi aiutato a superare certi preconcetti del passato e aperto gli occhi a quel che stava davanti a me da anni, ma che non riuscivo a distinguere. Ora mi sento più leggero e mi appare tutto molto più chiaro e semplice di prima. So che sarà ancora più semplice domani, ma non aspetto inutilmente di avere una comprensione perfetta di ogni cosa prima di scrivere. Ho semplicemente deciso di condividere ciò che ho raccolto finora sul libro in questione, ben sapendo che c’è ancora tanto da raccogliere. Premetto di conseguenza, che qualsiasi ragionamento, analisi o valutazione che proporrò in questo metodo di studio, se pure con tono entusiasta, si tratta pur sempre di qualcosa d’imperfetto e soggetto a migliorie. Sono idee attinte da varie fonti, ma che ho avuto modo di avvalorare tramite esperienza, e che ora metto per ordine affinché possano beneficiare anche altri. E’ probabile che il risultato finale sia diverso da quello inizialmente inteso, nel qual caso sarà una nuova esperienza di apprendimento. D’altro canto invito il lettore a non scartare questo metodo per via della sua provvisorietà, né per idee contrarie a cognizioni precedenti, ma invito a provarlo fino in fondo e a lasciarlo agire per un po’ di tempo. Solo così si potrà provare se, in effetti, è valido, necessita migliorie o va semplicemente scartato.
Quel che mi ha spinto a formulare questo metodo di studio della Sacra Scrittura, è stato il desiderio di far sì che l’interessato possa, con poche pagine introduttive, affrontarne lo studio da solo, senza il bisogno di iscriversi a corsi vari e scegliere a priori un determinato marchio di cristianesimo. Per questo ho scelto il titolo “La Religione Semplice” e il sottotitolo “Il Fai Da Te della Bibbia”. Non è per dichiarare indipendenza dalle istituzioni cristiane, o dare l’idea che il cristianesimo sia una religione fai da tè. Tutt’altro, il cristianesimo è la religione dove Gesù ha già fatto tutto e noi possiamo fare ben poco, però anche quel poco appare tremendamente complesso e troppi desistono dall’affrontarlo. Io ho voluto demistificare la complessità della religione cristiana e metterla alla portata di tutti. Non è difficile capire la Bibbia e il programma di Dio, bastano solo alcuni strumenti, un po’ d’istruzioni, e si può affrontare il lavoro anche da soli.
Dedico questo metodo a chiunque è interessato, ma particolarmente a chi è incerto del cristianesimo che vede oggi – a chi cerca verità ma diffida delle proposte in mercato – a quei cristiani che si sentono respinti, che hanno domande su aspetti della loro fede ma non trovano risposte adeguate – a chi riconosce delle incompatibilità fra ciò che sanno di Gesù e le istituzioni che lo rappresentano, ma non riescono né a separare le cose, né a farle convivere armoniosamente - a coloro che, pur ritenendo fiducia nella Bibbia e avendo cercato risposte in essa, si sono poi arresi per la difficoltà di comprendere un libro di altri tempi e culture. Io dedico questo “fai da te” a tutti costoro, sperando che possa semplificare le cose e dare a loro gli strumenti per trovare le risposte che cercano, ma soprattutto prego che possa aiutarli a conoscere chi ci ha dato il libro.
1. Prima epistola di Paolo ai Corinzi 13; 11