Il Metodo e i Vangeli
Il nuovo metodo che propongo, è questo: Innanzitutto, come già detto, provare a mettere da parte tutto quello che abbiamo imparato prima, non perché necessariamente sbagliato, ma per ricostruire per ordine senza rischio di farlo su basi pericolanti. Dopodiché inizia il vero e proprio studio, diviso in sei sezioni, ognuna delle quali richiede solo la lettura iniziale delle pagine introduttive intitolate I, II, III, IV, V e VI Parte. Lo studio vero e proprio avviene poi in quelle parti della Bibbia cui le pagine introduttive fanno riferimento. Per esempio la I Parte, tratta i vangeli e va seguita dalla lettura dei vangeli. Si possono leggere o ascoltarli in audio, ma è essenziale immergerci in questi per un po’ di tempo, senza divagare nelle Epistole o nel Vecchio Testamento. Suggerirei di cominciare con i vangeli di Giovanni e Matteo. Marco e Luca sono in parte simili a Matteo e si possono leggere in un secondo tempo.
Perché iniziare con questi? Innanzitutto perché leggere i vangeli ci riempie delle parole di Gesù, delle cose che Lui fece e di ciò che i suoi primi discepoli insegnarono su di Lui. In seguito andremo oltre, ma sarà necessario avere i vangeli come fondamento, e ci serviranno come criterio per comprendere e misurare il resto. Leggendoli troveremo degli apparenti controsensi, ci saranno dei vuoti e per colmarli avremo bisogno di attingere dal vecchio testamento, o dalle epistole di Paolo. Questo, però, solo in un secondo momento, altrimenti rischiamo di confondere il cristianesimo con qualcos’altro e di farne un ennesimo sincretismo. Ci muoveremo quindi passo per passo, ponendo prima le fondamenta e costruendo poi il resto dell’edificio.
Qualche consiglio su come leggere
Sappiamo che qualsiasi resoconto di eventi accaduti, per quanto fedele e accurato possa essere, è in parte anche soggettivo. I vangeli, per di più, raccontano di cose avvenute due millenni fa, furono scritti in una lingua d’altri tempi e da persone che adattarono i racconti alle culture della gente per cui scrivevano. A sentire tutto questo qualcuno si chiederà come fidarsi allora di quello che leggeremo nei vangeli. La risposta è semplice. Abbiamo quattro evangelisti e quattro vangeli, cioè quattro punti di vista. Se quattro persone diverse vedono lo stesso evento e lo raccontano, ognuno lo farà a modo suo e ci saranno delle differenze. Ci sarà chi enfatizzerà certi aspetti, chi li minimizzerà, o ignorerà completamente, perché ognuno reagisce in modo diverso a ciò che vede e così fu anche per gli scrittori dei Vangeli. Tutto questo, però, non indebolisce l’affidabilità del racconto ma la incrementa. Perché? Perché se avessimo un solo resoconto, non saremmo in grado di riconoscerne gli elementi soggettivi. Non potremmo così facilmente separare l’intento, opinione, o semplice stile dello scrittore dagli eventi e persona descritta, in questo caso Gesù. I quattro racconti con quattro punti di vista diversi, ci danno la possibilità di confrontare e col confronto di creare un’immagine tridimensionale, piuttosto che piatta. Ci consentono d’individuare e separare, almeno in parte, l’interferenza umana di chi ci comunica l’evento, e perciò di vederlo meglio.
Come già detto, s’inizia con un incontro che ci permette di “provare” Gesù, e conoscere che Lui è esattamente quello che affermò di essere. Ora vogliamo crescere in quella conoscenza e approfondire il nostro rapporto con lui. Sapere com’era vuol dire sapere com’è. Leggere è un modo di acquisire questa conoscenza, ma è un modo che si avvale del linguaggio umano ed è perciò limitato dallo stesso. La nostra conoscenza di Gesù però va oltre a questo limite perché Lui comunica con noi in più modi. All’inizio del Vangelo di Giovanni incontriamo le frasi “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre [1].
Da questo vediamo l’ampiezza di quel concetto di “Parola” in cui Gesù è il “Logos” di Dio, cioè quella parte di Dio che comunica con noi e, a tale scopo, usa anche il linguaggio umano. Lui solo, però, è la “Parola Vivente” e non ogni cosa che leggiamo, neanche nella Bibbia, può essere considerata esattamente tale. (Per chi trova questo concetto difficile da accettare, vedi l’articolo in appendice “Errori nella Bibbia?") L’apostolo Paolo, un grande conoscitore delle antiche scritture disse: “Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto”[2]. Perciò anche il più approfondito studio della Bibbia ci permetterà solo di vedere in parte, o di non vedere niente se non lo abbiniamo con la nostra esperienza personale con Lui e ascoltiamo anche agli altri modi in cui Dio comunica con noi.
Come vedere oltre alle parole
Cos’è allora che principalmente vogliamo vedere nei Vangeli? Innanzitutto com’era Gesù! Abbiamo già detto che gli apostoli erano persone con opinioni e personalità diverse e che questo s'intravede nel modo in cui raccontano gli eventi della vita terrena di Gesù. Sappiamo che Matteo, per esempio, scrisse per un pubblico ebraico e usò molti riferimenti dalle antiche scritture per aiutarli a riconoscere che Gesù era il loro atteso messia. Il Suo vangelo è chiaramente marcato da questo intento. Giovanni, invece, scrisse molti anni dopo ed ebbe modo di maturare cose su Gesù che gli altri, a loro tempo, non avevano ancora considerato. E’ Giovanni, infatti, che citò queste parole di Gesù “Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà” [3]. Ed è questo che Giovanni fa nel suo vangelo, ci annuncia quelle cose che chiaramente gli sono state rivelate molto più tardi, e vedremo quali sono.
Nella nostra lettura non è ora necessario capire ogni differenza degli evangelisti e i loro vangeli, ma basta connettere i punti e farci un quadro di com’era Gesù. Se Gesù era la Parola “vivente”, l’espressione del Dio padre, allora se vediamo Lui, vediamo Dio. “Filippo gli disse: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gesù gli disse: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre" [4]. Per vedere Gesù noi abbiamo i Vangeli e in questi dobbiamo sia ascoltare le sue parole, sia scrutare ciò che faceva e abbinare così l’insegnamento al comportamento. Cerchiamo di vedere come Gesù reagiva in determinate situazioni, come si comportava con vari tipi di persone e, nel tutto, cerchiamo di capire in che realtà viveva e a quali cambiamenti mirava. Questi sono elementi importantissimi per crearsi un quadro più completo e chiaro possibile.
Da non fare è il proiettare le nostre idee in quello che leggiamo. Usando aspetti parziali del vangelo, tendiamo tutti a crearci un’immagine di Gesù a nostra somiglianza. Per esempio se tendiamo ad adirarci, a essere presuntuosi e a giudicare gli altri, potremmo trovare una scusa per il nostro comportamento in Gesù arrabbiato che scaccia i cambiamonete e i mercanti dal tempio. Se invece siamo portati verso una religione di regole e superbia verso i peccatori, potremmo giustificarci con frasi di Gesù tipo "Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” [5].
Prendendo solo parte del vangelo possiamo dipingere Gesù come un profeta iracondo che con la frusta castiga i malvagi, o come moralista imperdonabile che castiga non solo per i peccati commessi, ma anche per quelli appena immaginati.
Ecco l’importanza di farsi un quadro completo, di leggere e leggere e continuare a leggere e confrontare quello che si legge. Prendiamo per esempio, la frase appena citata sull’adulterio; da sola potrebbe portare a certe conclusioni, ma se vogliamo un quadro completo, dobbiamo osservare anche come Gesù si comportò nei vari casi di adulterio narrati nei vangeli, tipo l’adultera che fu condotta da lui per essere giudicata, la donna samaritana che aveva avuto cinque mariti e viveva con uno con cui non era sposata, la Maddalena, e così via.
Questo principio vale per tutto quello che studieremo e se lo applichiamo fedelmente alla lettura dei vangeli, sono convinto che alla fine, a scapito di qualche domanda qua e là, avremo un’immagine sufficientemente chiara di chi era, cosa insegnava e come si comportava Gesù. I suoi pensieri cominceranno a vivere in noi e i suoi comportamenti a influenzare i nostri. In ogni situazione potremo finalmente cominciare a chiederci “come si comporterebbe Gesù se fosse qui adesso?” e questo sarà un criterio fondamentale anche per affrontare le prossime parti del nostro studio.
Per ora, buona lettura dei vangeli!
Nota: Ho cercato di non essere noiosamente ripetitivo, ma siccome ogni parte può essere usata anche singolarmente, per renderne ognuna la più completa possibile, vi si troveranno alcuni concetti ripetuti. Alcuni approfondimenti che si collegano allo studio, ma che non ritengo fondamentali per lo stesso, li ho invece riportati in appendice. Sono più che altro risposte a domande specifiche che potrebbero sorgere in alcuni nel corso dello studio.
1. Vangelo di Giovanni 1; 1 a 3 e 14
2. Prima epistola di Paolo ai Corinzi 13; 12
3. Vangelo di Giovanni 16; 12 a 14
4. Vangelo di Giovanni 14; 8 e 9
5. Vangelo di Matteo 5; 27,28