lunedì 20 settembre 2010

Appendice - Quale cristianesimo?

Sicuramente il lettore si sarà chiesto in quale ramo del cristianesimo o corrente teologica si collochi questo scritto. Per questo occorre fare una parentesi storico-teologica. Premetto che sarà una valutazione estremamente concisa e non uno studio esauriente dei soggetti esaminati, ma spero che basti a rispondere alla legittima curiosità del lettore.

Oggi si definiscono cristiani circa un terzo della popolazione mondiale, a loro volta suddivisi in tre gruppi principali, Ortodossi, Cattolici e Protestanti.

Ortodossia
La chiesa ortodossa, quella tradizionalmente più antica, aderisce a una tradizione immutabile. Mantiene di essere la chiesa che ha preservato senza sviarsi la tradizione tramandata originalmente dagli apostoli. Avendo affrontato varie eresie nei primi secoli del cristianesimo ha dato molto importanza alla tradizione come fattore stabilizzante e determinante della vera fede. A loro avviso è questa tradizione che garantisce e suggella la vera fede. La Bibbia è importante ma insufficiente da sola e può essere interpretata correttamente solo se confrontata con la tradizione tramandata dagli apostoli.

Cattolicesimo
La chiesa Cattolica ha anch'essa una tradizione, ma diversa. Si tratta del cosiddetto primato di Pietro, che come una dinastia, si tramanda fino a noi attraverso i papi, ritenuti vicari di Cristo. Come tali questi hanno il potere di introdurre nuove rivelazioni, dogmi e una maturazione della tradizione. Questa tradizione assicura stabilità e nel contempo permette adattamenti e ammodernamenti. La Bibbia è fondamentale ma insufficiente di per sé senza il ruolo della chiesa.

Protestantesimo
La riforma, o protestantesimo, non dà eccessiva importanza alla tradizione ma si rimette alla Bibbia come unica autorità e il loro motto è “sola scriptura”, cioè solo la parola scritta. La bibbia è l’assoluto verbo di Dio e ciò che basta per determinare la via della fede cristiana. La mancanza di una tradizione unica ha favorito un maggiore frazionamento in più realtà che aderiscono a varie interpretazioni della scrittura. Ciò non vuol dire che non vi siano tradizioni, ma piuttosto che rituali o strutturali, si tratta di tradizioni interpretative particolari delle varie chiese in cui sono suddivisi.

Da questi tre sistemi scaturiscono migliaia di altre realtà, ma in linea di massima ogni cristiano s’identifica con uno dei tre e adotta automaticamente un giudizio critico sugli altri due. Si tratta di una situazione simile a quella che abbiamo in Italia con il bipolarismo politico, dove siamo abituati a inquadrare ogni pensiero politico a destra o a sinistra, l’unica differenza è che in tema di cristianesimo si tratta di tripolarismo. Non intendo discriminare fra i tre sistemi indicati, né deviare dall’intento di questo metodo, ma concludo affermando che sebbene siano possibili delle valutazioni, non sono determinanti allo scopo di stabilire chi è cristiano e chi no. Sono convinto che le differenze siano state per lo più dettate da ragioni storico-politiche, piuttosto che di fede. Tuttora il cristianesimo si trascina dietro uno scomodo bagaglio di macerie accumulate dalle guerre e faide del passato, che purtroppo perpetuano forti pregiudizi e atteggiamenti d’astio.

Non è l'abito che fa il monaco
Invito il lettore a cercare attivamente di mettere da parte i pregiudizi culturalmente ereditati e a guardare oltre. Cristiano non significa essere o non essere associato con uno dei tre sistemi indicati, ma significa seguire Cristo. Chi segue Cristo è cristiano a scapito o a utile di quale chiesa appartenga e il vecchio detto “non è l’abito che fa il monaco” è sicuramente confermato. Così vi prego di desistere dall’inquadrare in uno dei tre sistemi quello che avete letto qui, quantomeno quello che leggerete nella Bibbia stessa.

Incoraggio il lettore a ragionare per conto suo, a iniziare il suo cammino di scoperta utilizzando il metodo che ho esposto, ma poi di farsi guidare da Dio nella sua scoperta personale di un rapporto diretto con lo Spirito che ha inspirato le scritture. Il mio intento è solo di provvedere delle chiavi che diano la capacità, a chiunque le utilizzi, di vagliare e intendere quello che leggono. Strumenti che possano aiutare a superare le apparenti contraddizioni e gli antichi preconcetti, così che il lettore possa vedere, non un’antica opera letteraria, ma un Dio vivente.

L’appartenenza o meno a una qualsiasi chiesa è una prerogativa personale del lettore e non determina, a mio avviso, il grado di vicinanza a Cristo, che non può essere giudicato da fattori esterni. Essendovi però sia il beneficio sia la necessità di vivere la propria fede assieme ad altri, ritengo sia una scelta personale con chi associarsi a questo scopo. Da considerare è la disponibilità e prossimità di una chiesa, gruppo di preghiera o altro nel paese in cui ci si trova. E’ ovvio che in certi luoghi vi sia più scelta che in altri, ma ovunque è possibile trovare coloro con cui condividere un cammino di fede. Sono convinto che Dio è capace di guidare ognuno alla situazione che meglio fa al caso loro.

Ripeto che non è la chiesa o il gruppo che fa il cristiano, ma e la scelta personale di vivere secondo i suoi insegnamenti. Siccome le istituzioni religiose hanno tutte dei pregi e dei difetti e le loro differenze si basano per lo più su aspetti umani, anziché cristiani, non è eccessivamente determinate a quale chiesa si appartiene, purché Cristo ne sia il fondamento. Essere cristiano è qualcosa d’intimo e personale che non dipende eccessivamente dal tipo di chiesa cui si appartiene. Se si è Cristiani, però, si potrà certo apportare un valido contributo a qualsiasi chiesa ci si voglia associare, e riceverne in cambio. Guai però all’identificare la propria cristianità con l’appartenenza. Come l’entrare un’officina non ci rende meccanici, né l’entrare una chiesa, cristiani.