sabato 6 novembre 2010

VI Parte

I Profeti e le Profezie


Qualsiasi metodo per lo studio Biblico non sarebbe completo se non includesse anche l’aspetto escatologico. Eccoci quindi alla nostra sesta e ultima parte dedicata per l'appunto ai profeti e alle profezie. Premetto che sarà un approccio diverso da quello usato in precedenza perché l'argomento non si limita a un singolo testamento o sezione della Bibbia, ma attraversa invece l'intero libro. Abbiamo finora guardato al passato, la storia, i vari insegnamenti biblici e la loro attinenza al presente, ma ora guarderemo al futuro. La bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse, riporta una miriade d’illustrazioni e messaggi profetici che indicano un progetto divino completo. Guarderemo ora al suo compimento e come le profezie lo descrivono.

Prima che Abramo fosse, io sono
Per capire come funziona la profezia bisogna innanzitutto renderci conto che Dio non è limitato dalla nostra cognizione di tempo, ma vede il passato, presente e futuro come se fossero un’unica cosa. Per lui non c'è bisogno di guardare avanti o indietro nel tempo, perché lui è “presente” in ogni momento. Gesù descrisse questa caratteristica di Dio nella frase: “In verità io vi dico, che avanti che Abramo fosse nato, io sono.” [1]

Sebbene la fisica offra delle spiegazioni teoriche e razionali sulla manipolazione del tempo, la fede rimane l'unica via perché si basa su informazioni ricevute da chi ha creato e non è limitato dal tempo. Solo per fede possiamo sapere che Dio ha decretato la nostra dimensione temporale semplicemente chiamandola in esistenza. Che ci ha dato il libero arbitrio, la libertà di scegliere il nostro futuro, ma che allo stesso tempo lo vede come se fosse già avvenuto. Quello che per noi è un controsenso, non lo è per Lui e perciò la fede nelle sue parole, specialmente quelle profetiche, è determinante. Sono queste, infatti, che ci conducono oltre i limiti della ragione e ci rendono partecipi della sua natura. L'apostolo Pietro lo spiegò così “ci son donate preziose e grandissime promesse affinché per esse voi siate fatti partecipi della natura divina” [2].

Molte di queste promesse si trovano nei libri profetici dell'Antico Testamento, ma non solo. L'intera Bibbia è, infatti, cosparsa di spiragli sul futuro e dettagli sul programma di Dio. I salmi di Davide, per esempio, sono dei canti di lode senza pretese profetiche, eppure contengono dozzine di profezie messianiche. E impossibile quindi fare una lista dei capitoli profetici da studiare. Sarebbe inoltre impossibile dare un'adeguata introduzione al tema e lasciare che ognuno se lo studi per conto suo, come abbiamo fatto con le altre parti della Bibbia. I dettagli delle centinaia di profezie che scorrono le migliaia di anni di storia, sono semplicemente troppi. Ci sarebbe da identificare quali profezie sono state adempiute nella storia e quali invece riguardano il nostro futuro. Certe profezie poi sono chiare e specifiche, mentre altre sono criptiche e la loro interpretazione è ancora speculativa. Solo il tempo confermerà o no le varie ipotesi in campo. In ogni modo, per non appesantire il formato finora adottato, ho deciso di tralasciare sia i dettagli di eventi passati, sia le teorie sul futuro e guardare invece al quadro più ampio del disegno profetico. Credo che, a sua volta, questo faciliterà in ogni modo un eventuale approfondimento.

Cominciando dalla Genesi, vediamo che c'è un progetto in cui Dio crea una dimensione materiale, il che implica il tempo, poi si proietta in essa attraverso l'uomo e la donna, creati a sua immagine. Il progetto inizia fuori dal tempo, nella mente di Dio, ed è destinato a concludersi nell'eternità, quindi di là dalla nostra cognizione di vita. Nel tempo non c'è niente di completo e ogni giudizio che non prenda in considerazione il non tempo è assolutamente inadeguato. L'apostolo Paolo lo afferma con queste parole “mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono son solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” [3] Ecco quindi il contesto escatologico in cui ogni cosa può essere giustamente collocata e valutata. Solo Dio però lo vede per intero e può dirci come comportarci in relazione ad esso.

La comunicazione profetica adempie questa funzione e “La testimonianza di Gesù; è lo spirito della profezia.” [4] Le sue parole ci insegnano che la vita terrena fa parte di un disegno, di cui la nostra nascita fisica ne è solo l'inizio, e che c'è la possibilità di nascere anche spiritualmente, di una successiva crescita, eventuale maturità e di vita oltre al tempo. Gesù lo spiegò così “Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo.” [5] Questa è la grande opportunità e scopo di questa vita, quello di diventare creature spirituali ed eterne che vivranno con lui per sempre in quella dimensione eterna di là di quella virtuale del tempo. Quest’opportunità è soggetta al nostro libero arbitrio e non c'è imposta da Dio. In questo senso diventiamo partecipi nella nostra stessa creazione tramite le scelte che facciamo.

Il libero arbitrio e la rivelazione
La parte più importante della sua creazione non è quella materiale, temporanea, ma quella spirituale, eterna. In un certo qual modo siamo programmati a vita eterna perché creati a sua immagine, ma il programma deve seguire il suo decorso altrimenti non funziona. La vita, la gioia, la sofferenza e la morte fanno tutte parte del decorso tramite il quale scegliamo e ci autodeterminiamo. Nella nostra scuola di vita dobbiamo vivere ogni momento per quello che ci porta e scegliere secondo gli elementi a nostra disposizione in quel momento. Se sapessimo tutto in anticipo, questo ci deruberebbe del progresso di cui abbiamo bisogno. Come con un esame a scuola, se lo copiassimo, otterremmo dei buoni voti, ma non saremmo in grado di usare una conoscenza sottratta sommariamente e non imparata. Per noi questa dimensione temporale è determinante al completamento della nostra stessa creazione e scelta di quel destino che va di là dal tempo.

Per questo Dio cela il futuro e ci rende incapaci di vederlo. Ma per chi è nato di nuovo, per chi è arrivato al punto di chiedersi la ragione del tutto, per chi ha fame di Dio, per chi cerca le cose che non si vedono e sono eterne, Dio da una testimonianza... lo spirito profetico di Gesù. Dio racconta il suo progetto eterno, da degli indizi, delle tappe, delle visioni e quanto basta per sopperire alla necessità dei suoi figli, ma non troppo.

Spiragli profetici dalla Genesi all'Apocalisse
Un esempio: Dio sa fin dall'inizio che l'uomo per crescere deve perdersi e che Lui stesso deve farsi uomo e morire per lui, per condurlo al suo destino eterno. Da questo vediamo che Dio ci vuole e ha bisogno di noi, altrimenti non intraprende un progetto del genere. Anche noi abbiamo bisogno di Lui ma lo impariamo solo nel tempo, tramite esperienza. Dio ci aiuta in questo dandoci degli spiragli e strumenti profetici tramite i quali possiamo vedere oltre alla nostra condizione temporanea. Nella Genesi il sacrificio dell'agnello di Abele era un tale strumento, un simbolo e una profezia messianica. Si basava sul fatto che Dio stesso muore per il peccato umano e da riconciliazione. Questa riconciliazione, sebbene già reale in Dio, si manifestò nel tempo circa quattromila anni dopo, in Gesù. “Giovanni vide Gesù che veniva a lui, e disse: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” [6]

Dall’inizio alla fine la Bibbia è cosparsa di tali simboli, strumenti e profezie che indicano le tappe della storia umana, l'intervento salvifico di Dio e la finale realizzazione del suo progetto. Fin dall'inizio è esistita questa promessa di salvezza, di vita eterna, di giustizia universale e redenzione del mondo. Le profezie messianiche sono centinaia e sparse in tutto l'antico testamento, dalla Genesi ai libri profetici, che ne racchiudono una buona parte. Gesù citò spesso i profeti e nella preghiera che lui insegnò, quella più recitata da milioni di cristiani in tutto il mondo, si trova la frase “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. [7] E' un riferimento diretto alle profezie di Daniele in cui i vari imperi del mondo furono predetti, così come la loro dissoluzione e la discesa del regno di Dio in terra, come in cielo. Questo evento rivelato a Daniele, è poi ripreso ed elaborato da Gesù e si trova in Matteo 24, Marco 13 e Luca 21. Anche l'apostolo Paolo ebbe delle rivelazioni e le incluse nelle sue epistole, ma la rivelazione per eccellenza che Gesù diede all'apostolo Giovanni fu l'Apocalisse. E' l'ultimo libro della Bibbia e quel regno per cui Gesù invitò a pregare è descritto ancora più dettagliatamente nei suoi ultimi capitoli. E' il gran finale della strabiliante sinfonia di Dio e quello in cui tutti i credenti hanno sperato. Una speranza consistente, per via delle garanzie e autenticazioni che Dio ci ha dato.

Il cuore delle profezie
Come la parte centrale del messaggio profetico nell'antico testamento non fu il susseguirsi di guerre e imperi predetti secoli o millenni prima, ma fu Cristo – e fu Lui che tutte le profezie messianiche annunciavano e che i riti, sacrifici, e funzioni religiose dell'Antico Testamento indicavano. Per questo Gesù disse “non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire” [8] Col suo sacrificio finale si adempì tutto e così l'Antica religione, con le sue figure profetiche fu compiuta. Perfino la cortina del tempio si squarciò, rivelando che l'arca del patto non c'era più e il tempio stesso fu di lì a poco distrutto irrimediabilmente. La profezia che percorreva dalla Genesi alle disposizioni Mosaiche, aveva finalmente incontrato la sua realizzazione.

Anche la parte finale del messaggio profetico, sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento, quella ancora in sospeso e per cui aspettiamo, non ha tanto a che fare con quegli eventi predetti per gli ultimi anni, come l'anticristo e le varie tribolazioni che il mondo affronterà. La parte centrale di queste è il ritorno di Gesù, che inaugurerà il suo regno in terra come è in cielo. Questo è quello che Gesù ci chiede di desiderare e invocare. Le profezie messianiche, in parte adempiute in Gesù duemila anni fa, si completeranno con il suo ritorno e il realizzarsi del suo regno in terra.

Un elemento importante di quel lieto fine, e che sfida la nostra comprensione, sono le nozze dell'Agnello, quel gran finale cui sono dedicate le ultime frasi della Bibbia. Il linguaggio nuziale, uno dei preferiti in vari messaggi profetici dove Dio descrive il suo rapporto col suo popolo, diventa molto specifico in queste ultime righe. I teologi hanno discusso a lungo se si tratta per lo più di una semplice metafora, o di una vera e propria indicazione dello scopo per cui Dio ci ha creati.

In un certo qual modo in quel giorno ci sarà uno sposalizio fra la dimensione terrena e quella celeste, fra il temporale e l'eternità. La bibbia ci dice che saremo trasformati e che saremo come Lui e lo vedremo come Lui è. Finora è stato lui a diventare come noi per capirci e comunicare con noi. In quel giorno saremo noi a essere finalmente come lui. [9] E per cosa? Per unirci a lui in matrimonio? Una metafora? Forse, ma molto adatta, perché il progetto di Dio sarà completo quando Dio si sarà unito e propagato con noi.

E che ne sarà di chi non l'ha conosciuto, quelli che non sono nati di nuovo o che l'hanno addirittura rigettato? La bibbia ci parla di vari stadi che l'umanità dovrà ancora attraversare e parla di popoli e nazioni che vivranno fuori dalla città celeste, ma in un mondo migliore. In quella città celeste, è scritto, “v’era l’albero della vita, che fa dodici frutti, rendendo il suo frutto per ciascun mese; e le fronde dell’albero sono per la guarigione delle genti.” [10] Non vorrei speculare oltremodo su cosa siano le fronde e su quando questo avverrà, ma una cosa sembra certa, che Dio continuerà a cercare di guarire e salvare ogni popolo e nazione. Forse questo è anche il nostro compito, siccome Lui chiede a chiunque dice di amarlo, di amare anche il suo prossimo. Se Dio è amore, e lo è, allora lui non sarà soddisfatto fino a che ogni sua creatura è redenta... e nemmeno noi dovremmo esserlo.

Chiudo quindi così questo metodo, con questo invito ai lettori a non essere soddisfatti con la mera comprensione della Bibbia, la sua storia, teologia ed escatologia, e neanche con una relazione intima e profonda con Dio, che è ciò che soddisfa più di ogni altra cosa; ma invito chi legge a farsi partecipe del progetto e desiderio di Dio, e far si che tramite la loro semplice testimonianza anche altri possano conoscerlo. [11]

1. Vangelo di Giovanni 8; 58
2. Seconda epistola di Pietro 1; 4
3. Seconda epistola ai Corinzi 4; 18
4. Apocalisse 19; 10
5. Vangelo di Giovanni 3; 6,7
6. Vangelo di Giovanni 1; 29
7. Vangelo di Matteo 6; 10
8. Vangelo di Matteo 5; 17
9. Prima epistola di Giovanni 3; 2
10. Apocalisse 22; 2
11. Epistola agli Ebrei 8; 11